Spettacolo adatto a tutti i pubblici
Con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Toscana, Comune di Pisa
La storia riletta dalla coreografa Flavia Bucciero, ribalta il rapporto bambino/burattino nel mondo.
Un bambino, pinocchio, nostro contemporaneo, viene risucchiato dal computer mentre sta giocando a un videogame. Entra così in una realtà di burattini, in cui lui stesso è burattino tra burattini. Si succedono personaggi divenuti ormai simbolici per l’immaginario universale: il grillo parlante, la fatina, mangiafuoco, il gatto e la volpe, lucignolo e tanti altri, ognuno portatore di una sua morale o antimorale . Manca all’appello Geppetto, perché il vero padre di questo nostro pinocchio è la realtà virtuale.
Come ogni bravo pinocchio contemporaneo attraverserà molte disavventure, fino ad uscirne, ritornando finalmente bambino
Lo stile inconfondibile dei videoartisti Valerio Ciminelli e Massimiliano Siccardi, che firmano la messa in scena visiva dello spettacolo si concretizza qui nella materializzazione di un inconscio visivo, stratificazione di segni suscitati dal racconto di Collodi. Gli artisti rifiutano geometrie e stilemi noti, per sperimentare su un soggetto fertile come Pinocchio e le sue avventure. Si conferma la ricerca di una visionarietà , attraverso l’uso dei linguaggi multimediali, dello spazio, del segno.
La musica che usa sia sonorità elettroniche, sia di musica strumentale è costruita in maniera originale dal musicista e compositore Antonio Ferdinando Di Stefano.
Da rilevare , infine, il rap finale scritto e cantato da Davide Sereni.
Regia e coreografia: Flavia Bucciero
Messa in scena visiva: Massimiliano Siccardi (coordinamento), Valerio Ciminelli(realizzazione)
Musica originale: Antonio Ferdinando Di Stefano
Rap finale e canto : Davide Sereni
Disegno luci: Riccardo Tonelli
Danzatori/interpreti: Leila Ghiabbi (Pinocchio), Fausto Paparozzi (volpe, carabiniere, burattino, domatore), Pauline Manfredi (gatto, burattino), Alice Covili (fatina, carabiniere, burattino)
Foto: Antonella Limotta